“Io non cerco. Trovo.”
Pablo Picasso
 Serendipity (tradotto in italiano con il termine Serendipità ) è il termine coniato dallo scrittore inglese Horace Walpole nel 1754, a partire dalla novella “Three Princes of Serendip”, l’antico nome dell’isola di Ceylon, l’attuale Sri Lanka.
Nell’antico Oriente, nel paese di Serendippo, il grande e potente re Giafar allontana i suoi tre figli maschi dal regno, con l’intenzione di stimolarli a fare esperienza diretta del mondo.
I tre principi, molto colti ed educati saranno in grado di fare diverse scoperte grazie semplicemente al loro spirito di osservazione, ma soprattutto scopriranno cose che non cercavano.
Dalla novella ne deriva il termine Serendipity che significa “scoprire cose non cercate e impreviste mentre se ne cercano altre” ed entra a far parte del linguaggio medico negli anni ’30 del Novecento grazie a Walter Cannon, importante scienziato della Harvard Medical School.
Il tentativo di individuare un correlato neurologico alla Serendipità arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università della Sapienza di Roma coordinati dal Prof. Fabrizio Doricchi (2015) in collaborazione con la fondazione Santa Lucia IRCCS. Attraverso lo studio dei potenziali elettrici visivi emerge come la Serendipità si produca quando l’osservazione non è guidata dalle aspettative (soprattutto se rigide e definite) e dall’esperienza degli eventi passati.
In poche parole, la scoperta, il nuovo emerge, si offre quando la nostra attenzione non è focalizzata nel fornire una risposta, un risultato, una dimostrazione… ma quando essa diventa aperta e ricettiva, capace di cogliere ciò che si manifesta davanti a noi, e che noi diamo il nome di “evoluzione, invenzione” perché solo un istante prima era ignota, sconosciuta e invisibile.
Procedere nella vita (e non solo nella ricerca scientifica) all’insegna della serendipità non ci porta a valorizzare solamente la casualità , ma sottolinea anche il valore della ricerca e dell’umiltà intellettuale.
Procedere all’insegna della serendipità significa dare valore al presente, porsi in ogni istante con l’atteggiamento curioso e appassionato di un esploratore.
Tuttavia come dice il famoso detto “la fortuna bacia gli audaci”, un altro immancabile ingrediente dell’avanzamento scientifico e dell’evoluzione dell’uomo e della società è rappresentato dal coraggio. Solo con un grandissimo coraggio possiamo lasciare sullo sfondo ciò che già conosciamo, le teorie e gli schemi noti e convalidati e consentire a ciò che è nuovo e sconosciuto di farci visita e palesarsi ai nostri sensi.
Bibliografia:
Lasaponara S., Dragone A., Lecce F., Di Russo F. e Doricchi F. (2015), The “serendipitous brain”: Low expectancy and timing uncertainly of conscius events improve awareness of unconscious ones (evidence from tha Attentional Blink). Cortex 71: 15