RADICARSI NEL SENTIRE, RADICARSI NEL SAPERE

“E’ solo nella perfetta armonia tra corpo, mente ed emozioni che possiamo raggiungere un senso d’integrità morale e personale, di amore per gli altri e rapporto con il divino”         A. Lowen

RADICARSI NEL SENTIRE, RADICARSI NEL SAPEREMi tocca molto nel cuore e nella testa rileggere lo scritto di Lowen (1991) a proposito di come spesso le persone, i pazienti, noi stessi ci poniamo di fronte agli altri “assumendo la posizione del bambino buono in attesa che gli si dica quel che deve fare”. Poi sempre nello stesso scritto aggiunge: “Questi bambini ‘ buoni’, crescendo, diventeranno lavoratori produttivi, ma non saranno mai vivaci o aggraziati se non avverrà nella loro personalià una trasformazione radicale”.

Prima di lui, ben più tagliente e sarcastico Nietzsche (1886) sosteneva che nella maggior parte degli uomini è presente un “bisogno di ubbidienza innato”, tale da assumere con molta facilità contenuti, ammonimenti, disposizioni, comandi provenienti da genitori, maestri, leggi, pregiudizi, opinione pubblica. Chiaramente, i mezzi di comunicazione oggi a disposizione per condizionare l’uomo si sono moltiplicati e potenziati enormemente.

Questa “attesa passiva” di un qualcosa o di un qualcuno che da fuori fornisce indicazioni, risposte, azioni forti, cambiamenti è la modalità alla quale siamo stati abituati. Questa attesa passiva, anche se non sempre ben accetta, è facile perché abbiamo tutte le istruzioni per poter compiere il passo successivo. I pericoli e le conseguenze di questa attesa passiva sono tuttavia molti sia per l’individuo, sia per la società.

Essere presenti a noi stessi ed essere presenti nella relazione con l’altro in maniera autentica richiede tempo e impegno costante, richiede di imparare a radicarci nel sentire e nel sapere. Offre al contempo la possibilità di stare nel mondo con maturità e poter offrire realmente la nostra unicità.

Nella pratica bioenergetica ideata da A. Lowen, il radicamento, chiamato anche Grounding, oltre che rappresentare la posizione di base, indica la sensazione del contatto dei piedi con il terreno. La persona è radicata quando identificata con sensazioni ed emozioni del corpo, in una sorta di ricerca di equilibrio tra pensare e sentire. Questa attenzione e cura che si rivolge a sé permette di acquisire consapevolezza  della propria identità – sapere dove si è e chi si è – .

Questo recupero del sentire ci permette di ritrovare quindi una bussola interna (al posto della bussola esterna), ma anche un modo di essere adulto (al posto del bambino obbediente) e di ripensare per noi stessi e per gli altri ad un’educazione del corpo, della mente e dello spirito realmente rispettosa della persona e attenta ai talenti di ognuno di noi, ma anche attenta alle relazioni e alla possibilità di trovare modalità di comunicazione costruttive, sia nella direzione della solidarietà sia nella direzione dell’espansione della conoscenza.

Bibliografia:

Lowen A. (1991), La spiritualità del corpo, Astrolabio, Roma.

Nietzsche F. W. (1886), Al di là del bene al di là del male, Preludio di una filosofia dell’avvenire.