Questa è la storia di un incontro avvenuto il 16 febbraio 2021 e nato dal bisogno di un gruppo di mamme in attesa e neo mamme, che all’interno del progetto “L’ora delle mamme” organizzato dal Comune di Sommacampagna si ritrova (in modalità online) con frequenza settimanale per ricevere e fornire sostegno in questa avvincente e delicata fase della vita che riguarda “la nascita di un figlio”, accompagnate dalla sapiente guida di Doula Valentina.
La richiesta delle mamme arriva da osservazioni o preoccupazioni riferibili alla “coppia”, sia come coppia genitoriale (le difficoltà nella collaborazione, nella suddivisione dei carichi, la presenza di conflitti più o meno esplicitati), sia nei termini di vulnerabilità del loro stesso legame (…ovvero come si possono ritrovare i due partner dopo la nascita del bambino?).
PREMESSA
“La richiesta” che proviene da un vedere e uno sperimentare una fragilità rappresentano il primo passo per un’apertura, a patto di essere allenati a guardare la difficoltà con assenza di giudizio e un pizzico di interesse!
Per cui la crisi – che in cinese è rappresentata dall’ideogramma con il duplice significato di pericolo e opportunità –, il conflitto, il disequilibrio e la disorganizzazione temporanei possono diventare funzionali alla crescita.
LA FAMIGLIA IN CAMBIAMENTO
Diventare genitori porta un cambiamento del senso del sé e un profondo cambiamento della coppia (Cowan, Cowan, 1997).
A livello personale personale possono riemergere pensieri ed emozioni travolgenti, incomprensioni con la famiglia di origine, sentimenti di ambivalenza nei confronti del bambino (non solo gioia e gratitudine, ma anche senso di inadeguatezza e frustrazione), perdite a livello familiare e amicale. Parallelamente possono emergere interessi nuovi perché cambia il nostro modo di vedere il mondo.
A livello di coppia i due partner possono sentirsi lontani e poco collaborativi a causa del diverso coinvolgimento nelle attività familiari ed extrafamiliari, possono emergere differenze rispetto al come intervenire con il bambino, possono non essere in grado di cofrontarsi in maniera costruttiva.
Assistiamo quindi ad un “viaggio a doppio binario”: da una parte si dispiega un’avventura fatta di entusiasmo, stupore, intimità, dall’altra è un percorso ad ostacoli, con imprevisti e significative divergenze.
Ma il cambiamento da alcuni decenni comprende anche un nuovo modello di famiglia, di tipo “paritario”, dove padre e madre “sulla carta” hanno ruoli molto più sovrapponibili rispetto ai secoli passati, dove è la coppia che sceglie di rimanere incinta ed insieme uomo e donna si preparano all’accudimento fin dal concepimento. Tuttavia, il territorio familiare attuale non è ancora sovrapponibile a questa recente mentalità e la società non dispone ancora sufficientemente di strumenti di assistenza extrafamiliare. Alla persona, alla coppia, alla famiglia spetta il compito di trovare una mediazione realistica e realizzabile, che sia il più possibile rispettosa di ogni membro della famiglia, che consenta di perseguire benessere, crescita e felicità e al contempo permetta di interfacciarsi con le richieste del mondo extrafamiliare.
PREVENZIONE
Una buona parte di ciò che accade dopo la nascita del bambino, dipende da ciò che accade prima della nascita del bambino.
Dalla ricerca emerge che uno degli indizi di una buona transizione tra il prima e il dopo consiste nella connessione e nel grado di collaborazione dei partner nella gestione domestica, nei preparativi all’arrivo del bambino e nel grado d’intimità che c’è tra di loro. Confrontarsi prima della nascita o comunque nei primi momenti in cui si percepiscono degli ostacoli può a breve termine produrre qualche conflitto in più, ma protegge da un eventuale shock di confliggere in maniera intensa e ripetuta mesi o anni dopo la nascita del bambino. Questo richiede alla persona di valutare contemporaneamente risorse e rischi prima di una vera e propria crisi coniugale.
Lavorare sull’incremento delle proprie risorse (concrete, emotive, relazionali) è fondamentale per costruire una buona autostima e una buona soddisfazione personale e per avere un sostegno vero e proprio nei momenti più dolorosi e critici. La possibilità di avere come riferimento un gruppo di condivisione e confronto consente di sviluppare una gamma di strategie di problem solving da poter estendere alla propria coppia e quindi disporre di un atteggiamento più flessibile e comprensivo di punti di vista differenti dal proprio.
LA “DIFFERENZIAZIONE” COME FATTORE PROTETTIVO E TERAPEUTICO
Un valido apprendimento per mantenere una vitalità propria e una vitalità nella coppia consiste nello sviluppare una propria differenziazione. La differenziazione non è l’opposto dell’intimità e della connessione, ma rappresenta la capacità di stare in equilibrio tra i due poli di unione e autonomia.
E’ un termine che deriva dalla biologia e si riferisce allo svilupparsi, a partire da un’unica matrice (organismo unicellulare) di più cellule con funzioni diverse ma correlate (organismo pluricellulare).
Nel momento in cui metto un confine e inizio a costruire anche uno spazio personale, mi consento di nutrire vari aspetti dell’identità (io sono un genitore, una compagna, una lavoratrice/studente, un’amica, una figlia, un’artista), divento anche in grado di risuonare maggiormente con l’altro e capace di rapporti saldi e vividi.
Questo bilanciamento è molto importante anche per il bambino perchè ha la possibilità di vivere la famiglia come una squadra: le ricerche mettono in evidenza come il bambino benefici di genitori che possano “lavorare insieme” in maniera sinergica. L’accento viene posto soprattutto sulla connessione emotiva e la possibilità di affrontare le situazioni con modalità cooperative.
D’altro canto il figlio ha l’opportunità di avere come modelli genitoriali “persone che sono alla ricerca di una consapevolezza e di un saggio prendersi cura”, alternativo al modello sacrificale che abbiamo assorbito dalla cultura.
BIBLIOGRAFIA
Cowan C. P., Cowan P. A. (1997), Dall’alcova al nido. La crisi della coppia alla nascita di un figlio, Cortina, Milano.