SOLUZIONI CREATIVE NEL CONFLITTO

SOLUZIONI CREATIVE NEL CONFLITTO“Se vogliamo rendere la vita del nostro pianeta meno aggressiva e meno dolorosa, dobbiamo far conoscere, rendere consapevole il maggior numero di persone dei due punti seguenti: è possibile difendersi senza causare la sofferenza degli altri ed esiste un metodo per realizzarlo concretamente” Pat Patfoort

Se nello scritto precedente ho raccontato i punti salienti del “Modello Maggiore – minore” rispetto le origini della violenza secondo Pat Patfoort, in quest’altro scritto tratterò a grandi linee il metodo che l’autrice propone per giungere a soluzioni creative.

Accanto ai termini “Maggiore” e “minore”, Pat Patfoort si avvale del termine “Equivalente”, da cui trae il “Modello dell’Equivalenza”, che non ha nulla a che fare con l’uguaglianza, quanto piuttosto con l’impegno delle reciproche parti nella salvaguardia della diversità.

L’atteggiamento di “Equivalenza” che si manifesta in un conflitto non riguarda la volontà di vincere un nemico, convincere e sottomettere, ma consiste nel mantenimento di una posizione nonviolenta, che è la vera espressione di forza, coraggio, padronanza emozionale, pensiero ragionato e articolato.

L’autrice ritiene che sia un grande equivoco pensare che uguaglianza e uniformità possano creare pace ed armonia e fornisce indicazioni per mettere in moto la creatività e produrre ventagli di soluzioni.

Se nel “modello Maggiore – minore” lo strumento comunicativo per eccellenza è rappresentato dall’argomento, nel “Modello dell’Equivalenza” si parla di fondamenti, intesi come modalità dialogiche che mirano a esporre e descrivere i propri bisogni, obiettivi, interessi, valori e attitudini.

I fondamenti vengono utilizzati per mettere in luce le motivazioni personali e per poter essere efficaci diventa importante seguire delle accortezze:

1 – ogni fondamento per essere valido deve rispondere alla domanda “perché”;

2 – ogni fondamento deve iniziare con “Io”;

3 – evitare perlopiù espressioni che contengano i verbi “sapere” e “volere” e iniziano con il “Tu” che possono indurre l’altra persona a sentirsi attaccata o sminuita;

4 – è consigliabile utilizzare espressioni che evidenziano il proprio stato d’animo.

Degli esempi di fondamenti possono essere i seguenti: “Io ho delle difficoltà a….”, “Io provo paura quando…”, “Io ho bisogno di…”, “Io sono stata educata a…”.

Confrontarsi tramite fondamenti consente da una parte di mantenere il contatto con le ragioni e gli aspetti emozionali del proprio sentire, dall’altra facilita una sintonizzazione con la storia e i vissuti dell’altro, mantenendo la centralità dell’ascolto e dell’attenzione senza giudizio e assumendo un atteggiamento di accoglienza e fiducia. Questo modo di confrontarsi richiede impegno e allenamento e permette di focalizzare qualità e limiti della persona che abbiamo davanti, abbandonando la tentazione di affibiare un’etichetta.

All’interno del quadro teorico dell’educazione nonviolenta Pat Patfoort descrive anche la fase di “riconciliazione”, ovvero la possibilità per chi si è sentito nella posizione “minore” di raccontare i propri sentimenti e la propria sofferenza all’altro che ascolta e dal quale ci si è sentiti feriti, senza giudicare o attaccare, ma dicendo con semplicità che cosa si ha provato. Solo una profonda e reciproca comprensione diventa il preludio della possibilità di trovare una soluzione che porti benessere ad entrambi.

Cosa spinge quindi l’uomo alla ricerca di alternative alla tipica e semplicistica “soluzione Vincitori – vinti” del conflitto?

La “soluzione Vincitori – vinti” rappresenta un esito provvisorio (la dinamica si continua a ripetere) e lascia l’individuo inquieto, o nel mantenere una posizione difensiva rispetto al risultato raggiunto, o nel preparare una nuova offensiva.

Mi viene inoltre da aggiungere un’altra spiegazione che prende origine dall’esperienza di vita e dalla formazione rogersiana.

Quando riusciamo a realizzare un dialogo profondo con l’altro diverso da noi, ci troviamo di fronte a un momento magico e sorprendente, perchĂ© andiamo ad  intensificare quella connessione emozionale che crea da ambo le parti forza, amore, calma e perdono. Questo è un reale trionfo… e quanta soddisfazione!!!

Sono proprio queste le relazioni che ci modificano, perché portatrici di nuovi elementi che possono essere integrati quando c’è interesse, rispetto e delicatezza.

Si verifica una vera e propria espansione del sé, percepibile come un incremento della capacità di vibrare, risuonare ed essere vitali nel mondo.

BIBLIOGRAFIA

Patfoort P. (2012), Difendersi senza aggredire, la potenza della nonviolenza, University Press, Pisa.

Fotografia: statua di Francesco Perilli “L’uomo multiculturale costruirà il mondo”, Sarajevo, estate 2012