BELLEZZA È PARTECIPARE ALL’ESSENZIALE

Es gibt keinen Anfang und kein Ende

Es gibt keinen Anfang und kein Ende

Visitando la mostra al LAC dedicata all’artista contemporaneo Wolfang Laib, originario del paese di Metzingen (Germania del Sud)

Ispirazioni a Lugano 2/3

“A differenza della maggior parte degli artisti di oggi, non sono spaventato dalla bellezza. Il polline, il latte, la cera, hanno una bellezza incredibile, che va oltre l’immaginazione, una bellezza che non si riesce a credere reale – ed è la più reale. La bellezza ti sta di fronte, e devi essere pronto. Non potrei crearla da me, ma posso prendervi parte. Cercare di crearla da sé è solo una tragedia, partecipare a essa è una grande fortuna”. W.L.

Una mostra da meditare, o meglio una mostra da vivere in meditazione camminata…

E come nella meditazione ciò che senti come bello è ciò che è essenziale, a portata di mano.

Così nella mostra puoi assistere al dialogo tra materiali essenziali organici e non organici come polline, riso, latte, marmo, cera d’api, lacca birmana, legno, ottone indiano. I materiali s’incontrano, costruiscono simboli e ponti tra culture orientali e occidentali.

E come per ogni esperienza intrisa di bellezza e intensità è difficile trovare le parole per poter comunicare, perché dentro di me si è impressa un’atmosfera, non concetti o apprendimenti. Dentro di me ho avuto la possibilità di ritrovarti in simboli e profumi (quelli del polline, della cera, della lacca birmana) che in forme semplici esprimono la danza armonica degli opposti, dei contrasti e la ciclicità della vita.

La raccolta del polline, che Wolfang Leib effettua personalmente per diverse ore al giorno, nei mesi primaverili fin dagli anni Settanta, mi richiama il lavoro interiore (tramite la psicoterapia, la meditazione o altri percorsi di crescita), che alcuni uomini scelgono di svolgere nel corso della vita, per cicli o per anni.

Come Wolfang Laib esprime chiaramente di non creare nulla con le sue opere, ma di essere pronto a cogliere la bellezza del mondo e prendervi parte, così lo psicoterapeuta nulla crea con il paziente, nemmeno le tecniche, ma mette a fuoco un processo di vita e di vitalità che è già lì e chiede a gran voce di emergere nel mondo.

Si tratta di una laboriosità che acquista senso con il tempo, che spesso s’intraprende inizialmente per una sofferenza che richiama la perdita di sé e talvolta si continua anche quando s’inizia a ritrovarsi, o a trovarsi per la prima volta… perché appena abbiamo iniziato a sentire ciò che siamo, non vogliamo e non possiamo tornare indietro. Possiamo perderci, possiamo incontrare altri fallimenti ma “il dado è tratto”… e il perdersi e lo sbagliare esprime il bisogno di entrare in un contatto più profondo con sé, tramite un percorso che non credo abbia un traguardo particolare (nel senso di obiettivi concreti).

Per recitarlo con le parole dell’opera nella fotografia: “Es gibt keinen Anfang und kein Ende”, ovvero “Non vi è né inizio né fine”.

Quest’opera alta sei metri, costruita in legno e coperta con la cera d’api, rappresenta uno Ziqqurat, ovvero la montagna cosmica tanto cara alla civiltà sumera. La montagna è espressione di un’energia lenta, ma anche di un’energia potente.

Quest’opera, presentata nel 2014 anche nella basilica ravennese di Sant’Apollinare in Classe, dichiara l’interesse dell’artista per il pensiero bizantino e orientale e per una visione di uomo che non prevede il culto dell’individualismo, ma un’idea di uomo come parte integrante di qualcosa di più grande.

Anche io, come lui coltivo la speranza che ogni essere trovi il proprio posto nel mondo, senza pretese di dominio. Questa è Evoluzione.

Immagine: fotografia di dicembre 2017, opera “Es gibt keinen Anfang und kein Ende”, 1999 – Cera d’api, struttura in legno