“Per lasciare andare non si intende dimenticare o perdonare il passato, ma si tratta di rilasciare l’energia del passato per ritornare alla nostra vita nel presente, un passo necessario per consegnarci a un nuovo futuro” Richard Holloway
La difficoltà di lasciare andare, lasciarsi andare è la difficoltà di lasciare andare pensieri ingombranti, abitudini meccaniche, idee di noi stessi a cui siamo aggrappati con tutte le forze, ricordi del passato, vissuti di fallimento.
Lasciare andare va di pari passo con il coraggio di affrontare l’ignoto. Lasciare andare e affrontare dolore e terrore. Lasciare andare e prestare attenzione al senso di vuoto esistenziale.
Libri, teorie, modelli, direzioni fornite dal guru, parole che escono dalla bocca della sfinge… tutto ciò è tanto utile ma allo stesso modo rafforza il nostro bisogno di sapere e sapere sempre di più!
Il sostegno che impariamo a sentire e a sviluppare tramite l’ascolto del respiro, il dolce allentamento delle tensioni, il contatto che nutre consentono invece di ammorbidire con gradualità la difesa che protegge la nostra ferita e che contemporaneamente blocca la nostra energia vitale risanatrice. Il corpo ora permette di vedere e reggere la nostra ferita senza sentirci annientati.
Serenità è lasciare andare e lasciare andare è rinunciare a capire, perché anche le domande decadono spontaneamente e lasciano spazio all’esperienza.
Il tempo dedicato alla cura del sé, alla connessione mente – corpo diventa possibilità di sperimentare l’interezza dentro di noi, ricorrendo in misura minore alla illusoria ricerca dell’interezza fuori di noi (bisogno tanto forte nelle nostre dipendenze).
Un lavoro paziente di recupero del corpo, delle sue sensazioni, della connessione mente – corpo è un tempo dedicato alla possibilità di lasciare andare la testa.
L’allenamento all’assenza di giudizio delle sensazioni positive e negative che via via emergono nel recupero del corpo consentono d’integrare la risorsa al pari dell’imperfezione, permettendo di lasciarsi andare accettando di perdersi.
Accettare di perdersi significa approdare ad una dimensione in cui siamo meno identificati con le nostre ferite, meno alla ricerca del trauma passato, meno impegnati nel conflitto (dentro e fuori di noi) perché le nostre energie sono libere nel qui ed ora.