Un lavoro corporeo, in psicoterapia, è un lavoro che non può prescindere dalla cura della propria base, ovvero dall’incrementare ciò che viene definito Grounding (radicamento). Grounding è un termine che si riferisce al fatto di possedere gambe e bacino energici e sensibili, piedi ben appoggiati a terra, dove il contatto è vivido. Per mantenere un buon radicamento è importante rilassare le tensioni del corpo, di modo da poterci abbandonare al sostegno fornito dal terreno, mantenendo al contempo una tonicità muscolare. Il Grounding è infatti ostacolato sia da un’eccessiva tensione (blocco delle ginocchia, rigidità del bacino, contrazione di piedi e gambe), sia da un’eccessiva flaccidità (debolezza e mollezza dei muscoli di bacino, gambe e piedi).
Quali sono gli esercizi che ci consentono di sviluppare Grounding e in particolar modo permettono di ripristinare la sensibilitĂ dei piedi?
Scelgo di citarne alcuni che Alexander Lowen ha descritto all’interno della sua autobiografia, all’età di novantatre anni, dopo sessant’anni di pratica psicoterapeutica ma anche di lavoro corporeo personale finalizzato a sanare la propria separazione mente – corpo (… d’altro canto si può trasmettere solamente ciò che si è!).
- Grounding: e’ la posizione di base con piedi paralleli ai fianchi, alluci leggermente convergenti e peso del corpo spostato in avanti, sugli avampiedi. Le ginocchia sono morbide e funzionano come ammortizzatori, anche bacino, ventre, spalle e braccia sono rilassati. Allo stesso modo i muscoli del viso sono distesi, in particolare mascella e mandibola, la bocca viene lasciata leggermente socchiusa. Il respiro è naturale, l’attenzione viene mantenuta al contatto dei piedi con la terra.
- Bendover: partendo dalla posizione di base, la testa e il mento vengono abbandonati in avanti fino a raggiungere il petto e gradualmente la schiena si piega, vertebra dopo vertebra: sentire la forza di gravitĂ che agisce sul capo e sulle braccia che consente al busto di lasciarsi andare in avanti. Le ginocchia sono tenute leggermente flesse e il peso è soprattutto sugli avampiedi. Una volta che le dita della mani arrivano a sfiorare terra, è possibile accompagnare il respiro con il movimento delle gambe: con l’inspirazione le ginocchia si piegano e gli avampiedi sprofondano nella terra, con l’espirazione gli avampiedi pigiano, il bacino risale e le gambe si estendono ma senza arrivare all’iperestensione. E’ molto utile con l’espirazione lasciare andare un suono. Respirare in questa posizione per diversi atti respiratori consente di far emergere delle vibrazioni.
Prima di risalire, le mani vengono cinte intorno alla nuca di modo da sentire lo stiramento della zona cervicale, mentre i gomiti sono morbidi. La lenta risalita avviene premendo sugli avampiedi, il movimento è guidato da piedi e gambe fino alla posizione eretta. - Far vibrare i piedi: per estendere le vibrazioni fino ai piedi è possibile, a partire dalla posizione del bendover piegata in avanti, sollevare da terra una gamba per volta di modo da aumentare lo stress sulla gamba d’appoggio. Accompagnare il respiro con il piegamento e la distensione del ginocchio della gamba a terra.
- Dondolare su un piede: dalla posizione del bendover, alzare una gamba e mantenere l’equilibrio con le mani appoggiate a terra. Alzare contemporaneamente ginocchio e dita del piede a terra di modo da avvicinare l’arco plantare al terreno. Ripetere con l’altro piede.
- Alleggerire il piede: utilizzando un legnetto o una pallina da golf a contatto con la pianta del piede, esplorare lentamente tutta la pianta di un piede dosando la pressione e rimanendo su ogni punto il tempo di qualche respiro. Ripetere con l’altro piede.
- Liberare l’anca: dalla posizione di bendoverpremere e ruotare leggermente l’arco plantare di un piede. In questo modo avverrà una leggera rotazione dell’anca corrispondente. Tale movimento del fianco deve essere prodotto unicamente dall’azione del piede. Questo movimento consente di liberare l’anca e rivitalizzare la pelvi. Ripetere con l’altro piede.
L’energia che scorre nel corpo fino ai piedi è indispensabile per ripristinare un movimento fluido e libero. L’energia che scorre nel corpo e si estende alla testa permette di attivare un processo di pensiero spontaneo e creativo.
Radicarsi, ritornare alla connessione con sè e con l’altro, essere attivi sessualmente è un processo lento e graduale. La persona si muove via via verso un appagamento e verso una realizzazione nella sua vita. Questa capacità di aderire al terreno rappresenta in parallelo la possibilità di aderire alla realtà , ovvero stare con quello che c’è, sentire, stare e accettare ciò che si manifesta nella nostra vita.
BIBLIOGRAFIA
Lowen A., (2011), Onorare il corpo, Xenia, Milano.