Lo sviluppo dell’adulto interno
L’accesso al colloquio psicologico e alla scelta d’intraprendere un percorso di psicoterapia ha inizio generalmente con la comparsa di sintomi (siano essi difficoltà emotive o sofferenze che si esprimono tramite il corpo).
La persona, in presenza di una buona alleanza terapeutica, si espone nelle sue parti fragili, insicure, sofferenti, traumatizzate. Possiamo dire che la persona porta in seduta il proprio bambino interiore con tutto il bisogno di essere ascoltato, accolto, accompagnato.
Uno dei compiti del percorso psicologico (ma non l’unico!) consiste nella promozione e nel consolidamento della parte adulta della persona.
“Come avviene lo sviluppo dell’adulto interno?”
Secondo Carl Rogers, l’atteggiamento del terapeuta che nel colloquio crea un clima facilitante trasmettendo empatia, accettazione positiva incondizionata e che si relaziona con congruenza – contatto autentico con sè stesso – favorisce l’emergere anche nel cliente di caratteristiche simili che egli può innanzitutto utilizzare con sè stesso. L’individuo si attiva nel prendersi cura delle proprie parti fragili tramite atteggiamenti di tutela, ascolto e autosostegno. Proprio queste modalità dirette verso di sè facilitano anche il cambiamento.
Nella bioenergetica ci sono diverse tecniche che favoriscono l’espressione di rabbia, dolore, tristezza antiche e annidate nel corpo tramite tensioni croniche. Il lavoro con il corpo favorisce l’accesso ad affetti profondi, mirando al raggiungimento di una padronanza emozionale e ad una rinnovata vitalità.
“Le parti infantili vengono quindi eliminate?”
Assolutamente no.
Noi continueremo ad essere bambini, adolescenti e adulti, ma con un maggior grado d’integrazione, ovvero disponendo di maggior energia (non impegnata nei conflitti interni). Quelle parti di noi che sembrano boicottarci verranno maggiormente gestite perché sapremo rispondere più attentamente al nostro bisogno di essere visti, ascoltati e amati.